
Tra poesia, ingegneria e razionalismo mediterraneo
Un poeta nell’architettura: il pensiero critico che diventa forma
Villa Sinisgalli non è solo una delle prime opere residenziali realizzate da Marcello D’Olivo a Lignano Pineta: è soprattutto un’opera costruita in dialogo con un intellettuale d’eccezione, il poeta-ingegnere Leonardo Sinisgalli.
Figura poliedrica, Sinisgalli fu poeta, saggista, disegnatore, e uomo di scienza, capace di mettere in discussione i dogmi della geometria euclidea, che considerava troppo rigida per descrivere la vita. Fu proprio questa tensione tra ragione e immaginazione a ispirare D’Olivo, che concepì una casa razionale, quasi severa, per l’amico che lo aveva avvicinato al pensiero curvilineo e alla spirale.
Tipologia e distribuzione: un razionalismo sospeso
Villa Sinisgalli si sviluppa su un solo piano di pianta perfettamente quadrata (9x9 metri), sollevato da terra su pilotis in cemento armato. L’accesso avviene tramite una rampa in lieve pendenza, che rafforza l’idea di distacco e leggerezza.
Il linguaggio adottato è rigoroso: l’intero edificio è scandito da una maglia modulare derivata dalle dimensioni dei pannelli prefabbricati in cemento faccia a vista, che regolano non solo le facciate esterne, ma anche l’organizzazione interna. Ogni ambiente è una conseguenza logica del modulo costruttivo, in perfetto allineamento con i principi del razionalismo europeo, ma trasposto nel contesto mediterraneo.
La planimetria quadrata e l’impianto modulare esprimono un rigore matematico, bilanciato però da soluzioni climatiche e funzionali intelligenti.
Copertura e innovazione climatica
Uno degli aspetti più interessanti del progetto è rappresentato dalla copertura concava, sostenuta da quattro pilastri centrali che non toccano le pareti dell’edificio. Questo distacco crea un’intercapedine ventilata tra tetto e struttura abitata, favorendo l’isolamento termico — una scelta avanzata per l’epoca, specie per una residenza estiva.
La forma concava del tetto, una sorta di guscio rovesciato, rappresenta l’unico elemento curvilineo della villa. È come se D’Olivo avesse voluto lasciare un tributo discreto ma potente alla poetica sinisgalliana: una linea curva che sovrasta un impianto tutto basato sull’angolo retto.
Contrasto simbolico e amicizia intellettuale
L’ironia del progetto risiede proprio in questo contrasto: la casa dell’uomo che più ha criticato l’ortogonalità del pensiero scientifico, viene progettata secondo uno schema razionale e geometrico, quasi a voler affermare la possibilità di convivenza tra logica e immaginazione.
La scelta di escludere qualsiasi elemento decorativo, di utilizzare materiali grezzi e modulari, e di sollevare l’edificio da terra, contribuisce a creare una tensione visiva e concettuale, in cui il pensiero architettonico si fa manifestazione di una relazione personale e culturale.
Materiali e tecniche costruttive
Struttura: pilotis in cemento armato
Chiuse perimetrali: pannelli modulari in cemento faccia a vista
Serramenti: metallo e vetro
Tetto: soletta concava, sollevata dal corpo edilizio
Le linee pulite, la scelta di un lessico minimale, e l’impiego di tecniche costruttive prefabbricate rivelano un’architettura “povera” ma pensata, in cui ogni dettaglio partecipa a una visione unitaria.
Modifiche successive e stato attuale
Negli anni ’70 l’edificio ha subito alcune modifiche, in particolare a livello di coperture e infissi, ma il progetto originario è ancora ben leggibile. L’assetto strutturale, la pianta, i volumi e la logica distributiva non hanno subito alterazioni significative.
Villa Sinisgalli rappresenta ancora oggi una rarità nel panorama dell’architettura vacanziera italiana: un gesto progettuale consapevole, intimo, silenzioso — forse il più intellettuale tra quelli realizzati a Lignano Pineta.
La casa come pensiero
Villa Sinisgalli è più di una casa: è una dichiarazione di poetica architettonica, un dialogo tra due menti brillanti — un ingegnere-poeta e un architetto che cercava di trasformare lo spazio in narrazione.
In un contesto come Lignano, dove le curve di D’Olivo diventano paesaggio, questa villa si impone per sottrazione, per rigore e misura, per quella volontà di fare dell’architettura un esercizio di pensiero prima ancora che di stile.