
Architettura organica e controllo del paesaggio
Una casa che cresce con la terra: l'adattamento come principio progettuale
Villa Borgnolo è un esempio raffinato di architettura organica domestica, pensata per integrarsi con l’ambiente e il paesaggio pinetato di Lignano. Progettata tra il 1955 e il 1956, la villa adotta una struttura a due livelli sfalsati per seguire il naturale declivio del terreno, offrendo così una soluzione funzionale e paesaggistica coerente con la morfologia locale.
La costruzione rappresenta la sintesi tra razionalità costruttiva e rispetto del contesto, ponendosi come una delle architetture più espressive dell’epoca, ancora riconoscibile nonostante gli interventi successivi.
Due livelli per funzioni distinte
L’organizzazione della villa riflette una logica distributiva moderna e precisa:
Al livello inferiore, in parte interrato, trovano posto i servizi generali, il garage, l’alloggio del personale e un ampio porticato, pensato come spazio filtro tra interno ed esterno.
Il piano superiore, più aperto e luminoso, ospita l’appartamento padronale, affacciato verso il giardino e la pineta.
Questa distinzione consente non solo una separazione netta tra zone pubbliche e private, ma anche un’ottimizzazione dell’orientamento solare e della ventilazione naturale.
Tetto a sbalzo: dialogo tra funzione e linguaggio
Uno degli elementi più affascinanti della villa è il suo tetto a due falde, che si proietta oltre la linea delle murature con cornicioni a sbalzo, offrendo ombreggiatura naturale e protezione dagli agenti atmosferici.
Questa copertura, realizzata con una straordinaria cura costruttiva, integra anche fori passanti posizionati con precisione, pensati per interagire con la vegetazione sovrastante: un dettaglio tecnico ma anche simbolico, che ricorda il principio di trasparenza e permeabilità tra architettura e natura.
Il tetto non è un semplice elemento funzionale: è parte del paesaggio e si relaziona con esso in modo poetico e tecnico insieme.
Il portico: filtro spaziale tra dentro e fuori
Il portico originario, aperto e generosamente dimensionato, rappresentava un punto di contatto tra la casa e il giardino, configurandosi come ambiente di transizione, luogo di ombra, conversazione e contemplazione.
Purtroppo, una modifica recente ha comportato la chiusura del portico e la sua trasformazione in spazio abitativo. Sebbene questa alterazione abbia compromesso parte dell’idea progettuale originaria, la struttura della villa rimane leggibile, e il valore dell’impianto architettonico è ancora evidente.
Materiali e colori: la sobrietà come valore
La villa adotta materiali semplici e coerenti con il contesto:
Murature portanti intonacate e tinteggiate in bianco
Copertura in coppi tradizionali, ma con disegno moderno
Parti metalliche e serramenti in tinta scura, per minimizzare l’impatto visivo
Forature del tetto come elemento distintivo, raro e tecnicamente impegnativo
L’insieme restituisce un linguaggio discreto ma autorevole, che si integra perfettamente nel tessuto edilizio di Lignano Pineta e ne rappresenta una delle espressioni più eleganti.
Un linguaggio architettonico consapevole
Villa Borgnolo si inserisce in una stagione architettonica straordinaria per Lignano, dove la progettazione delle singole case è pensata in funzione del piano urbanistico a spirale voluto da Marcello D’Olivo.
Sebbene l'autore del progetto non sia esplicitamente indicato nei documenti oggi noti, l’intervento riprende temi cari all’architettura organica e mediterranea:
integrazione con il suolo,
volumi bassi,
coperture che dialogano con la vegetazione,
spazi ibridi tra interno ed esterno.
Un esempio da rileggere e valorizzare
Villa Borgnolo è un’architettura che racconta molto del modo in cui, negli anni Cinquanta, a Lignano si pensava l’abitare vacanziero: sobrio, immerso nel verde, costruito con intelligenza e misura.Oggi, anche se modificata, rimane una testimonianza importante di quella stagione progettuale e del modo in cui l’architettura può farsi paesaggio senza dominarlo.
Rivalutarne il progetto significa anche riconoscere il valore del dettaglio, della distribuzione funzionale, e di quella sensibilità costruttiva che ancora oggi può ispirare nuove generazioni di progettisti.