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Stabilimenti balneari

Gianni Avon

1955 – 1956 (solo 3 realizzati)

Lungomare Trieste, 33054 Lignano Sabbiadoro UD, Italia

Stabilimenti a pianta circolare con ali orientate verso il mare. Solo tre realizzati, tra sperimentazione formale e funzionalismo costruttivo.

Stabilimenti balneari

L'architettura del paesaggio costiero tra forma e funzione


Contesto: architettura della vacanza e visione urbana

Nel pieno del boom turistico degli anni ’50, Lignano Sabbiadoro si afferma come una delle località balneari emergenti dell’Adriatico. In questo clima di espansione e trasformazione, l’Azienda di Soggiorno affida all’architetto Gianni Avon l’ambizioso progetto di quindici stabilimenti balneari, destinati a punteggiare l’intero tratto costiero compreso tra la Terrazza a Mare progettata da Provino Valle e la colonia marina di Zanini.

Di questa visione iniziale, solo tre stabilimenti verranno effettivamente realizzati tra il 1955 e il 1956, diventando tuttavia dei veri e propri manufatti simbolici dell’architettura del tempo, capaci di coniugare funzione, sperimentazione e riconoscibilità.


Composizione: un “fungo” con ali aperte al mare

Ogni stabilimento balneare è concepito secondo una pianta centrale a forma di fungo, con un corpo principale circolare da cui si dipartono due ali laterali disposte con un’inclinazione di 120°, orientate strategicamente verso il mare.

Questa configurazione, oltre a offrire una distribuzione funzionale delle cabine, crea una prospettiva guidata verso l’orizzonte marino e contribuisce a racchiudere visivamente l’area dello stabilimento, garantendo privacy e una certa monumentalità dello spazio.


Forma, funzione e paesaggio

La scelta di utilizzare la pianta circolare non è solo un elemento di originalità formale: in essa si legge l’influenza di Marcello D’Olivo, con il quale Avon condivideva la riflessione sull’architettura organica e sul superamento della griglia ortogonale.

Ma se in D’Olivo la spirale è gesto urbano, in Avon il cerchio diventa dispositivo spaziale funzionale: organizza l’accesso, il percorso, la relazione tra gli ambienti. È un’architettura razionale, ma non priva di poetica balneare, adatta alla leggerezza della vacanza.


Materiali e tecniche: economia e rigore

La realizzazione degli stabilimenti è affidata all’impresa Ursella, che esegue le opere con una particolare attenzione ai tempi e costi contenuti. I materiali utilizzati sono semplici e “poveri”:

  • Cemento a vista

  • Laterizio pieno e forato

  • Elementi prefabbricati per le coperture rovesce, rialzate e sporgenti


La copertura è uno degli elementi più riconoscibili del progetto: rialzata e concava, quasi sospesa sopra la struttura, offre protezione e ventilazione allo stesso tempo. La sua forma “a padiglione rovesciato” diventa tratto distintivo visivo, visibile da lontano e in grado di dialogare con il profilo della costa.


Dettagli costruttivi e cura del disegno

Avon, noto per la sua attenzione al disegno tecnico e al dettaglio esecutivo, cura con rigore ogni elemento costruttivo:

  • i moduli ripetuti delle cabine

  • i percorsi di accesso

  • la logica modulare delle pensiline

  • l’integrazione di struttura e funzione


Questa attenzione si riflette in un’opera che, pur concepita per l’uso stagionale e spesso soggetta a obsolescenza, riesce a conservare dignità architettonica e qualità percettiva.


Una visione interrotta: il sogno dei quindici

Il progetto iniziale prevedeva una sequenza regolare di quindici stabilimenti, una sorta di “colonnato” balneare lungo il litorale. Le difficoltà economiche e logistiche portarono alla realizzazione solo di tre unità, lasciando incompiuta una visione urbana ambiziosa, che avrebbe potuto ridefinire il rapporto tra città e spiaggia.

Tuttavia, la forza del linguaggio architettonico e la coerenza progettuale rendono questi tre stabilimenti esempi paradigmatici di edilizia costiera moderna, ancora oggi capaci di comunicare un’idea di vacanza colta e progettata.


Un’eredità da riscoprire

Gli stabilimenti balneari di Avon non sono semplici padiglioni funzionali, ma micro-architetture urbane, costruite con intelligenza formale e attenzione al contesto.

Oggi più che mai, di fronte al rischio di sostituzione o abbandono, è importante rivalutare queste architetture minori, che raccontano l’identità progettuale della Lignano degli anni Cinquanta e restituiscono una dimensione architettonica alla vacanza.


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