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Casa Romanelli

Gino Biasi, Enor Milocco

1955 – 1956

Arco della Paranza, 13, 33054 Lignano Sabbiadoro UD, Italia

Villa a tre piani, articolata in due volumi uniti da un muro inclinato a 45°. Un solarium con telaio in cemento completa questa raffinata architettura.

Casa Romanelli

Articolazione volumetrica e soluzioni moderne nella Pineta degli anni '50


Una composizione spaziale innovativa nel cuore della spirale

Costruita tra il 1955 e il 1956, Villa Romanelli è un esempio di residenza vacanziera dal linguaggio architettonico ricercato, che coniuga funzionalità moderna e attenzione compositiva. Inserita in uno dei rami della spirale di Lignano Pineta, la villa fu progettata da Antonio Biasi ed Enor Milocco, due tra i più assidui collaboratori di Marcello D’Olivo, figura di riferimento per l’urbanistica e l’architettura lignanese del Novecento.

La casa si presenta come un dialogo tra volumi, piani e scorci visivi, con una distribuzione che si sviluppa verticalmente su tre livelli e obliquamente attraverso un interessante angolo strutturale.


Due volumi e un muro inclinato: l’identità spaziale dell’edificio

La villa è composta da due corpi di fabbrica uniti a 45° da un muro portante in mattoni a vista, elemento architettonico centrale che non solo organizza la distribuzione interna, ma dona carattere e dinamismo all’intera composizione.

L’intersezione tra i volumi genera prospettive inaspettate, giochi di luce e una maggiore articolazione degli spazi interni ed esterni. Questo espediente compositivo, semplice ma efficace, anticipa alcune tendenze della progettazione residenziale contemporanea e rende l’abitazione ancora oggi estremamente attuale.


Distribuzione funzionale su tre livelli

L’abitazione è organizzata in maniera chiara e razionale:

  • Al piano terra troviamo la zona notte, dotata di camere da letto e servizi.

  • Il primo piano ospita invece la zona giorno, affacciata su un’ampia terrazza che diventa naturale estensione dello spazio interno.

  • Una scala esterna in cemento armato, costruita a sbilzo sul muro laterale, conduce alla copertura praticabile, concepita come solarium.


Questo percorso ascensionale progressivo — dal più intimo al più aperto — risponde pienamente alle esigenze del turismo balneare dell’epoca, ma anche alla volontà dei progettisti di creare una sequenza spaziale fluida e coerente.


Il solarium: un tetto abitabile come spazio di relazione

Elemento distintivo del progetto è proprio la copertura: un telaio in cemento armato, geometrico e rigoroso, genera una zona d’ombra e al tempo stesso funge da cornice architettonica al paesaggio circostante.

Questo spazio, oggi diremmo "ibrido", era concepito come luogo di relazione, contemplazione e benessere climatico. In pieno spirito modernista, il tetto non è solo chiusura dell’edificio, ma quinta scenografica, belvedere, luogo attivo per l’abitare.


Materiali e struttura: tra robustezza e trasparenza

L’edificio adotta una struttura mista in:

  • muratura in mattoni a vista,

  • cemento armato a vista per gli elementi portanti e le scale,

  • tamponamenti intonacati,

  • serramenti ampi e scorrevoli per favorire luce e ventilazione.


I contrasti materici tra mattone e cemento, e la plasticità delle superfici esterne, accentuano il carattere modernista dell’edificio, ma senza mai tradire il contesto naturale della pineta. La casa, infatti, si incastra tra gli alberi e li rispetta, mantenendo una scala contenuta e una forma spezzata che ne riduce l’impatto visivo.


Un progetto che riflette l’eredità di D’Olivo

Sebbene il nome di Marcello D’Olivo non compaia direttamente nella progettazione della villa, la sua influenza è evidente nella logica compositiva, nel rapporto con il terreno e nella predilezione per soluzioni distributive fluide.Biasi e Milocco — già attivi accanto a D’Olivo in altri progetti — qui dimostrano una maturità espressiva propria, che svilupperanno ulteriormente nei lavori successivi, spesso in collaborazione con l’impresa Ursella.


Un laboratorio di idee architettoniche

Villa Romanelli è un esempio di architettura domestica modernista, che riesce ad essere funzionale, espressiva e integrata al contesto, in equilibrio tra sperimentazione e rigore.I suoi elementi caratterizzanti — l’articolazione dei volumi, la scala esterna, il tetto-solarium — sono oggi testimonianze vive di una stagione progettuale straordinaria, in cui anche le seconde case di vacanza diventavano laboratori di ricerca architettonica.

Riscoprirla e valorizzarla significa onorare la storia costruttiva di Lignano Pineta, promuovendo una visione dell’abitare fondata su qualità dello spazio, integrazione con il paesaggio e innovazione nel linguaggio architettonico.


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