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Annuali di storia dell'Urbanistica e Botanica

2015

Ferruccio Canali

ASUP

Urbanistica tra utopia e realtà: la città a spirale di Lignano Pineta tra le visioni di D’Olivo e Piccinato, al centro del nuovo volume ASUP curato da Ferruccio Canali.

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Lignano Pineta e la “città a spirale” tra utopia, turismo e urbanistica moderna

Nel nuovo volume degli Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio (ASUP), curato da Ferruccio Canali, intitolato Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento, emerge con forza l’importanza del rapporto tra progetto urbano, architettura e turismo nella costruzione della città moderna. All’interno di questo quadro, trova spazio l’intervento della Professoressa Diana Barillari, che approfondisce un caso emblematico: la “città a spirale” di Lignano Pineta, concepita da Marcello D’Olivo nel 1953 e successivamente confrontata con l’intervento dell’urbanista Luigi Piccinato.

La riflessione proposta da Barillari si inserisce in un ampio progetto di analisi che intende valutare in che misura l’urbanistica italiana del Novecento abbia dialogato con le esigenze del turismo e della villeggiatura. Se infatti esiste una consolidata letteratura su città balneari, colonie e paesaggi vacanzieri, mancava ancora una ricognizione capace di cogliere il ruolo attivo della disciplina urbanistica nella definizione di nuovi modelli insediativi e nella produzione di spazi dedicati al tempo libero.


Lignano Pineta: nascita di un’utopia organica

Il progetto di Lignano Pineta, nato nel 1953 per iniziativa della Società Lignano Pineta e affidato a Marcello D’Olivo, rappresenta uno dei più audaci tentativi di coniugare architettura, urbanistica e natura. L’idea alla base è tanto semplice quanto rivoluzionaria: disegnare un centro turistico che non intaccasse l’equilibrio della pineta costiera, ma che al contrario ne seguisse i flussi, i rilievi e le logiche naturali.

Nasce così la celebre pianta a spirale, una forma urbana che si sviluppa a partire da un centro, il nodo commerciale e collettivo, per poi irradiare i suoi raggi – le vie residenziali – in maniera fluida e organica verso il mare. La spirale d’Olivo è molto più che un simbolo grafico: è un manifesto urbano, una proposta integrata in cui strade, abitazioni, servizi e aree verdi convivono secondo una logica centripeta e non invasiva.


L’urbanistica per il turismo: modelli e sperimentazioni

Nel contesto trattato dal volume ASUP, l’esperienza di Lignano Pineta si configura come uno dei primi tentativi consapevoli in Italia di utilizzare la progettazione urbanistica per rispondere non solo a esigenze residenziali, ma anche e soprattutto a finalità turistiche.

L’intervento di Diana Barillari sottolinea come D’Olivo, nella sua proposta, non si limiti a pianificare un lotto o un quartiere, ma piuttosto disegni un nuovo modo di vivere la villeggiatura. Il centro commerciale, la promenade, i raggi alberati, le case a bassa densità immerse nel verde e la separazione funzionale degli spazi diventano strumenti per costruire una città dell’esperienza turistica, in cui la natura non è un limite ma una risorsa da integrare e valorizzare.

In questo senso, Lignano Pineta si distacca da molte altre località balneari coeve, spesso frutto di lottizzazioni speculative, e si avvicina piuttosto alle esperienze internazionali più avanzate, come le Garden Cities o i piani urbanistici del Movimento Moderno.


Il confronto con Luigi Piccinato: dalla teoria alla revisione

Negli anni successivi, il progetto di Lignano Pineta viene parzialmente rivisto e aggiornato. A questo processo partecipa Luigi Piccinato, uno degli urbanisti più autorevoli dell’Italia del secondo dopoguerra. Barillari evidenzia come il contributo di Piccinato si inserisca in una fase di consolidamento della località, quando il disegno iniziale di D’Olivo si confronta con le necessità pratiche della costruzione, della gestione dei flussi turistici, della regolamentazione edilizia.

Il confronto tra i due approcci – il gesto visionario e quasi organico di D’Olivo e la razionalità metodica di Piccinato – rappresenta un momento di dialogo tra utopia e realtà, in cui l’urbanistica cerca un equilibrio tra ispirazione artistica e concretezza funzionale. Se D’Olivo sogna una città-foresta, Piccinato ne gestisce la crescita, ne regola gli accessi, ne ottimizza le infrastrutture. Entrambi contribuiscono a definire un modello urbano turistico innovativo, che ancora oggi costituisce un unicum nel panorama italiano.


Una lezione per il presente

Il volume ASUP curato da Ferruccio Canali e l’intervento della prof.ssa Barillari ci invitano a riflettere su quanto l’urbanistica possa – e debba – occuparsi del tempo libero e del turismo. Lignano Pineta, con la sua città a spirale, dimostra che è possibile pensare spazi turistici sostenibili, integrati, non standardizzati. Spazi capaci di generare identità e qualità della vita, prima ancora che profitto.

Nel momento storico in cui le coste italiane sono minacciate dalla cementificazione, dal turismo mordi-e-fuggi, e dall’erosione ambientale, guardare al modello di D’Olivo e al dibattito urbanistico sul turismo nel Novecento non è solo un esercizio storiografico, ma un atto di responsabilità. Significa recuperare una cultura del progetto urbano consapevole, che consideri la villeggiatura non come un intermezzo, ma come un laboratorio privilegiato per sperimentare nuove forme di convivenza tra uomo e natura.

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