
Geometrie concave e materia viva
Realizzata tra il 1966 e il 1967 a Lignano Pineta, lungo l’arco dell’Alba, la Casa Chiesa rappresenta uno degli esempi più affascinanti di architettura residenziale sperimentale del secondo dopoguerra. Firmata da Sergio Los, architetto e docente di lunga data all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, questa villa bifamiliare porta con sé la traccia profonda della lezione di Carlo Scarpa, di cui Los fu stretto collaboratore tra il 1964 e il 1971.
In un contesto naturalistico e urbano già fortemente connotato dalla spirale urbanistica di Marcello D’Olivo e dalle architetture moderniste di Bernardis, Barbin, Avon e altri, Casa Chiesa si distingue per la sua forza plastica e simbolica, espressa attraverso un uso espressivo del cemento armato a vista e una geometria rigorosa ma poetica.
Un volume scultoreo per due duplex speculari
Casa Chiesa accoglie due unità abitative simmetriche, entrambe organizzate su due livelli (duplex). La simmetria di base è però solo apparente: ciascun appartamento è infatti articolato con grande sensibilità spaziale, e le aperture non si limitano a seguire una logica funzionale, ma diventano elementi architettonici a sé stanti, capaci di scavare il volume e definire ambiti intimi ed evocativi.
La soluzione più riconoscibile è costituita da due ampie aperture a semicerchio concavo, scavate nei lati lunghi opposti dell’edificio. Queste cavità definiscono logge protette e sedute curvilinee esterne, creando un senso di protezione e intimità. Non semplici balconi, ma luoghi dell’abitare: spazi intermedi tra interno ed esterno, dove la domesticità incontra la natura circostante.
Materia e spazio: il cemento come linguaggio poetico
Il materiale protagonista della Casa Chiesa è il cemento armato lasciato a vista, in linea con le tendenze brutaliste dell’epoca ma interpretato qui con una delicatezza quasi artigianale. Non c’è brutalità in questa architettura, ma piuttosto una volontà di scolpire la materia, di farne emergere le potenzialità espressive.
Le superfici ruvide, i tagli netti, i volumi pieni e quelli scavati dialogano tra loro in una composizione dinamica e bilanciata. Ogni parte dell’edificio – dagli sporti delle solette alle curve delle logge, dalle rientranze dei salotti ai terrazzini coperti – è trattata con attenzione al dettaglio e al rapporto con la luce, in un continuo gioco chiaroscurale.
Questa attenzione è chiaramente debitrice dell’approccio di Carlo Scarpa, che Los assimila e rielabora in chiave personale. In Casa Chiesa, la lezione scarpiana si manifesta nella cura delle soglie, nella sezione articolata, nell’idea che ogni elemento architettonico debba avere anche un significato simbolico e poetico.
Spazi circolari e percorsi interni fluidi
All’interno, i due appartamenti duplex sono pensati per esaltare la verticalità dell’abitare, con zone giorno al piano inferiore e zone notte al piano superiore. Gli ambienti non sono rigidamente separati, ma messi in comunicazione da percorsi fluidi e da elementi di discontinuità spaziale. Ad esempio, il soggiorno ospita aree circolari leggermente ribassate, che introducono una variazione nel ritmo abitativo e creano nicchie conviviali di grande suggestione.
Anche la passerella sopra l’ingresso, che collega le due unità al piano superiore, è molto più di un elemento funzionale: diventa un vero e proprio gesto architettonico, un ponte simbolico che articola il cuore dell’edificio e ne enfatizza la simmetria.
Terrazzini e relazioni con l’esterno
I prospetti sud e nord sono scanditi da terrazzini coperti da solette aggettanti, che segnano l’uscita della zona notte. Anche in questo caso, la funzione non si esaurisce nella fruizione pratica dello spazio: ogni elemento costruito è pensato per dialogare con l’intorno, per creare una relazione visiva e tattile con il paesaggio, con il cielo, con la pineta che circonda Lignano.
Queste terrazze, insieme alle logge semicircolari, compongono un sistema spaziale aperto, poroso, che permette una percezione multisensoriale dell’architettura, coerente con l’idea di casa come rifugio ma anche come soglia verso il mondo.
Un’opera "minore" dal valore altissimo
Casa Chiesa, pur essendo un’opera residenziale relativamente piccola, racchiude in sé un altissimo livello progettuale. Non è solo una casa bifamiliare, ma una vera e propria architettura-manifesto, che condensa in sé le tensioni culturali dell’epoca, le ricerche sullo spazio domestico, l’amore per la materia e per il dettaglio.
Nel panorama di Lignano Pineta, dominato da torri e villette moderniste spesso costruite in serie, questa architettura emerge per la sua unicità e per la forza espressiva, diventando un riferimento per chiunque cerchi un approccio più intimo, colto e riflessivo all’abitare.
L’eredità di Scarpa e la voce di Los
Casa Chiesa è, in un certo senso, una casa-laboratorio, un luogo in cui Sergio Los sperimenta una sua idea personale di architettura, pur restando profondamente legato all’insegnamento di Scarpa. È un'opera che parla con il silenzio della materia, con le ombre scavate nel cemento, con i gesti curvi e calibrati che definiscono lo spazio.
Oggi più che mai, questa casa rappresenta una lezione preziosa sulla misura, sull’equilibrio tra forma e funzione, tra spazio privato e paesaggio pubblico. Un piccolo capolavoro della Lignano degli anni Sessanta, da riscoprire nella sua intensità silenziosa.